venerdì 19 luglio 2013

First day in USA alias Bday!

HAPPY BIRTHDAY TO ME, HAPPY BIRTHDAY TO ME, HAPPY BIRTHDAY TO GAIA, HAPPY BIRTHDAY TO MEEEE! +17
Questo è stato davvero un giorno indimenticabile! Non so in quanti abbiano l'opportunità di festeggiare il proprio diciassettesimo compleanno il primo giorno del loro anno all'estero!
Mi sono svegliata alle 9.30 circa (per la seconda volta perché, causa jet lag, alle 5 mi ero già svegliata) carichissima; mi sono un po' sistemata, ho messo su qualcosa di comodo, ho fatto il letto (contenta mamma?) operazione alquanto difficile date le dimensioni e l'altezza,  e sono scesa a fare colazione. In cucina c'era già Stefan, anche lui in piedi da poco (tra l'altro in pigiamozzo, zero problemi proprio) ed un palloncino con scritto Happy Birthday appeso al tavolo della colazione, che carini :)) Susie era uscita a consegnare dei fiori e Charlie era al lavoro quindi ci siamo arrangiati un attimo con la colazione; la mia è stata molto sana (futili propositi iniziali di non buttarmi su cibi ipercalorici, già falliti a metà giornata tra l'altro): una tazza di latte freddo con i classici cornflakes e una banana. Intanto abbiamo chiacchierato un po' e guardato un film con Robert Redford Up close and Personal . Credo che la telvisione mi aiuti un sacco, anche perché parlano molto più chiaramente rispetto ai nostri host parents! Dopo non molto è rientrata a casa Susie con Who Dat,mi ha abbracciata e mi ha fatto gli auguri. E' rimasta lì con noi e abbiamo parlato davvero tanto, quasi 2 ore: è stato molto utile, dovevo sempre sforzarmi per capire tutto quello che dicevan e formulare le frasi, ma dopo un po' sono diventata un po' più sciolta e quasi mi ero dimenticata che stavo parlando in un'altra lingua. Una cosa che ho cominciato a notare già da lì e che poi ha ricevuto ampia conferma durante la giornata è che lei mangia tantissimo. Ma in modo davvero spropositato! Qualcuno mi salvi, non voglio iniziare anche ioooo! Già solo nel tempo che è stata lì con noi ha fatto colazione con un caffè e una specie di panino dolce con il burro, ha bevuto un bicchierozzo di the ghiacciato, si è fatta un panino con la porchetta e la salsa barbecue e ha mangiato una merendina. Stavo male a guardarla. E ogni volta che prendeva qualcosa la offriva anche a noi e si stupiva ad ogni No, thank you.
Dopo un po' sono salita in camera a svuotare la valigia ancora intatta sul pavimento e a sistemare tutte le mie cose. Verso l'una meno un quarto Susie è venuta su da noi a chiederci se volevamo accompagnarla a Jackson dove doveva andare per motivi di lavoro. Stefan ha preferito restare a casa, ma io non avevo nulla da fare, quindi ci sono andata. Anche in macchina durante tutto il tragitto abbiamo continuato a parlare e tutte queste conversazioni sono davvero preziosissime per il mio inglese non troppo brillante. A Jackson siamo andate in un edificio che probabilmente doveva essere un parcheggio a più piani e che, così  mi ha spiegato, ora non è più in uso ma, affittandolo, si possono celebrare matrimoni. Strani sti americani. C'erano ad aspettarci 2 coppie, entrambe in procinto di sposarsi, che erano venute per vedere il posto. Una delle due consisteva in 2 ragazzi che avranno avuto un paio d'anni più di me.. è stato abbastanza sconvolgente. Susie mi ha presentato a tutti,  sempre con il suo carisma, e questi hanno cominciato a farmi mille domande sull'Italia, era come se venissi dalla luna. Il posto era molto particolare, bisognava salire con una specie di montacarichi al piano superiore, era  molto sciatto ma con degli arredi bellissimi e c'erano 2 stanze, una adibita a chiesa (?!) e una a ristorante; sì questi americani sono davvero strani.
Dopo che le due coppie hanno fatto tutto il giro e mille e domande se ne sono andate tutte contente e hanno detto che probabilmente il loro matrimonio lo celebreranno lì; contenti loro, contenti tutti... Allora ci siamo fermate a mangiare a Jackson in una specie di  fast food "storico" che si chiama Chick-Fill-A il quale, come suggerisce il nome, fa hamburgers con il petto di pollo. Ho preso il panino più semplice che c'era e poi Susie ha voluto ordinare per me delle patatine fritte strane, non le solite, ed una coca-cola che, se non era un litro, probabilmente poco meno. E' stata gentilissima perché ha insistito per offrirmelo lei e mi ha spiegato un po' come funziona nei ristoranti americani: quando ordini qualcosa, tu non hai ordinato una bevanda, ma LA bevanda, quindi, non appena finisci il bicchiere (cosa per me impossibile) loro subito te lo riempiono pieno di nuovo, FREE. Anche le salse sono tutte free e ce ne sono una caterva.  Mentre eravamo al fast food tutti ci salutavano e lei salutava tutti, all'inizio pensavo che li conoscesse, poi mi ha spiegato che qui tutti si salutano, anche se non si conoscono; e in alcuni casi arrivano anche a dirsi "come stai? tutto bene? passa una bella giornata!" anche se non si sono mai visti prima!! Wow, in Italia ce le scordiamo queste cose! Mi piace tantissimo come cosa, quindi ho iniziato a farlo anche io, ed è davvero bello vedere un volto sconosciuto che ti sorride e ti augura buona giornata, ti fare sentire davvero parte di una comunità. Qualcosa di buono ce l'hanno questi americani :)
After lunch, siamo andate da Walmart un supermercato enorme dove ho preso un paio di cose che mi servivano e non avevo portato, tipo la spazzola, shampoo, crema ecc.. e lei invece ha comprato una televisione (nessuno sa il perché dato che a casa ce ne sono tipo 8). Poi doveva comprare delle lampade cinesi, quelle fatte di carta, per un matrimonio, quindi siamo andate in una sorta di spiazzo dove c'erano una cosa come 13 o 14 supermarket, tutti diversi e tutti attaccati. C'era quello in cui tutto, ma proprio tutto costa 1$, quello che vende solo cose per le feste, quello che vende solo articoli "artistici" (non so come definirlo; una specie di cartoleria-colorificio che però vende anche quadri e portafoto di tutti i tipi, Insomma un vero mondo a parte formato solo da questi immensi shops.
Una volta trovate queste benedette lampade (ne abbiamo girati 3, con tanto di pause spuntino/schifezza per lei) siamo andate finalmente a casa e, sulla strada del ritorno, mi ha fatto una mini lezione di inglese e mi ha insegnato alcune parole. Abbiamo anche fatto tappa alla Canton Academy, la mia scuola!! Me l'ha fatta vedere da fuori e abbiamo fatto il giro in macchina tra i vari campi per gli sport, poi ha voluto parcheggiare e andare nella palestra che è sempre aperta per tutti gli studenti e quindi di solito c'è sempre qualcuno. E così è stato! :)) C'erano 4 ragazzi a cui mi sono presentata e che sono tutti nella squadra di football, di cui 2 saranno seniors, ovvero hanno la mia età! Erano tutti carinissimi, mi hanno fatto gli auguri e mi hanno detto che ci rivedremo presto a scuola. 
Finally, siamo arrivate a casa. Io sono andata in camera a fare una brevissima videochiamata con i miei genitori, giusto per raccontare loro un po' le prime impressioni, visto che ci eravamo sentiti solo brevemente via messaggio. Poi mi sono fatta una doccia e sono scesa in cucina dove ho trovato Stefan che mi ha raccontato un po' del suo pomeriggio. Ho dato a tutti i loro regalini e sono stati molto contenti :) Per le 7 (qui è già molto tardi) siamo usciti tutti e 4  a cena per festeggiare il mio compleanno e siamo andati in un ristorante Messicano un sacco caratteristico con i cappelli tipici appesi al soffitto, le pareti arancioni e un odore di cibo penetrante. Era affollatissimo, c'era anche un altro compleanno e l'atmosfera era davvero carina perchè c'era il karaoke, quindi chi voleva poteva andare a cantare e alcuni ballavano anche. Ci hanno subito portato i nachos con delle salsine. Mi sono fatta consigliare da Susie e Charlie, ma mi hanno fatto prendere un piatto pieno zeppo di cibo, ne ho mangiato a malapena la metà! Oltretutto era molto pesante.. C'era una specie di tortilla con pollo, insalata e peperoni, del riso piccantino, della verdura strana irriconoscibile e un sacco di salsine dai colori improbabili. Alla fine, pur avanzandone un sacco, ero pienissima. Ah qui poi se vuoi puoi portarti a casa il cibo, si usa così, il ristorante stesso ti da dei boxes dove puoi metterci il cibo e mangiarlo il giorno dopo o, più probabilmente, dopo qualche ora, come ogni degno americano. Stavamo per uscire quando sento chiamare al microfono: "Gaia, where's Gaia?" Susie e Charlie sono scoppiati a ridere, mentre il tizio che era al microfono mi ha presa sotto braccio e ha urlato a tutto il locale che oggi è il mio compleanno; poi ha aggiunto che sono Italiana e che sono arrivata ieri, quindi di darmi il benvenuto negli US. Ovviamente si sono messi tutti a cantare happy birthaday to you e poi questo tizio insisteva per farmi cantare una canzone al karaoke, ma gli ho detto che per le sue orecchie, e per l'intero locale, era meglio di no. Ha riso e poi, non soddisfatto, ha preso sottobraccio pure Stefan e ha cominciato a chiedergli se era il mio ragazzo hahahaaha lui gli ha detto che siamo fratelli e dovevate vedere la sua faccia, ci è rimasto malissimo e fa: "What's the matter in your family?!" In effetti, come dargli torto? hahah Allora Stefan gli ha spiegato che anche lui è un exchange student e viene dalla Danimarca allora il tipo si è tranquillizzato. Quando siamo usciti ci ha inseguito una ragazza che era nel ristorante, mi ha fermata e mi ha chiesto estasiata se sono davvero italiana. Le ho detto di sì, e ha cominciato a farmi mille domande sul posto in cui vivo e sulla mia famiglia e mi ha anche chiesto di dirle in italiano cose di ogni genere. Ogni volta che parlavo in italiano si emozionava e cercava di ripeterlo, senza successo. 
Quando siamo arrivati a casa Susie mi ha mandata di là a "scegliere un film da vedere" e quando sono tornata sul tavolo c'era una torta enorme con scritto "Happy bday Gaia" con tanto di candeline con il numero 17. Mi ha fatto esprimere un desiderio e poi soffiare le candeline. E, ovviamente, abbiamo mangiato la torta. È stato davvero un bel compleanno, una giornata intensa, dove non mi sono fermata un attimo, ho parlato un sacco in inglesee ho avuto un assaggio dell vita americana che mi aspetta. Tutto perfetto se non fosse per il fatto che proprio poco fa dentro di me stavo facendo mentalmente il conto di quante schifezze ho mangiato oggi, quando lei  d'improvviso se ne esce tutta contenta e dice: "Due mesi e diventerai grassa come tutti noi, dovremo ricomprare tutti i vestiti". Sì, l'America è anche questo. 

2 commenti:

  1. Una delle cose che mi ha spesso colpito degli americani è il loro amore ed entusiasmo verso l'Italia. Quante persone conosciute e quante chiacchiere solo per questo motivo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sisi penso proprio che ci adorino, a partire dal cibo (probabilmente la cosa che apprezzano di più, visto il loro) fino alla lingua, all'arte e alla moda. Il che mi ha stupito un sacco dato che in Italia è praticamente il contrario: ci sono un sacco di persone che stravedono per l'America; compresa la sottoscritta, nonostante il mio cuore rimanga Italiano ;)

      Elimina