sabato 31 maggio 2014

Ultimo post

Questo, come ho voluto subito specificare nel titolo, è l'ultimo post di questo blog. Per quanto mi piaccia scrivere ed abbia davvero trovato geniale quest'idea di poter sempre avere uno spazio mio in cui svuotare tutti i miei pensieri a fine giornata e condividere con la mia famiglia o con degli sconosciuti tutto quello che mi accadeva, era un blog dedicato al mio anno in America, alla mia New Life e siccome ora sono tornata alla old one, credo che sia giunto il momento dei saluti. Ringrazio tutte quelle persone che mi hanno sempre seguito perché, anche se magari non ve ne siete resi conto ma in quel modo mi stavate comunque aiutando, mi riuscivate a capire un po' di più e, nei momenti più difficili, non dimenticherò mai l'appoggio di quelle persone a me vicine o che magari non ho mai conosciuto e mai conoscerò, che mi hanno lasciato un piccolo commento o mi hanno scritto due righe per chiedermi come stavo e darmi il loro supporto e spingermi a continuare. Grazie a tutti. Auguro a tutti i futuri Exchange di avere un'esperienza fantastica, anche migliore della mia, di non abbattersi mai e di essere sempre pronti a tutto: il vostro tempo sta per arrivare e, se partirete grintosi e pronti, non vi pentirete mai di questa fantastica esperienza. 
Per il resto io qui sto bene, è passata più di una settimana dal mio rientro che ho vissuto intensamente ma che non è stato tanto tragico quanto temevo. I miei amici sono rimasti tutti lì dove li avevo lasciati: sì sono cambiate innumerevoli cose e le mie amiche mi stanno ancora dando corsi di aggiornamento per rimettermi in pare con tutto il drama qui (che mi sono resa conto non essere assolutamente inferiore a quello americano haha) ma, siccome loro erano davvero GLI amici, ci sono ancora. Sono riuscita a rivedere tutti, uscirci e, sabato le mie bf più strette, quelle che fanno quasi da sorelle, mi hanno organizzato una piccola festicciola a sorpresa con tanto di torta!!


Ho mangiato tutto quel cibo italiano che mi mancava tanto: la pasta di mamma in tutte le salse, la pizza, il gelato ecc...Ho anche cucinato il salmone che mi aveva insegnato Susie ed è venuto davvero bene ed pè piaciuto tanto a tutta la mia famiglia.
Sono andata a scuola a consegnare tutti i documenti americani, ho salutato la mia classe, riabbracciato tutti e pranzato con alcuni di loro, mi ha fatto piacere vedere quanto calorosamente mi abbiano riaccolta come una di loro, senza nemmeno porsi il problema.
Ho visto quasi tutti i parenti (siamo in tanti eh...) cugini, zie, zii, nonni e sono anche andata al cimitero a trovare mio nonno. Quello è stato un momento davvero triste ma che sapevo di dover affrontare nel ricrearmi la mia piccola vita qui. Gli ho portato i fiori (con tanto di rose gialle in CA style) e una mia fotografia della graduation, con cap, gown e diploma, perché sapevo che era una cosa che l'avrebbe reso fiero.
A parte questo però, il resto delle mie giornate è stato riempito da incontri felici, abbracci, pranzi, uscite, serate, primo shopping (le compere grosse arriveranno ad inizio estate) e diciamo che sono rientrata nel tram tram italiano.
Domenica sono stata invitata da EF Italia a Milano a partecipare al seminario di orientamento per l'anno prossimo come ex Exchange e condividere la mia esperienza freschissima e appena finita. NOn so in quanti se ne ricorderanno ma è esattamente lo stesso seminario (pure nello stesso posto) a cui avevo partecipato anche io esattamente un anno fa. Non potete capire che emozione essere lì, con la loro maglietta EF STAFF, dalla parte di quelli che "sono tornati" a condividere il mio fantastico anno con i genitori e i ragazzi. Mi sembrava di vedere me, spaventata e un po' titubante, un anno fa quando ancora non sapevo cosa aspettarmi da questo bellissimo anno. Sì lì seduta tra loro vedevo la Gaia di un anno fa che stava di fronte alla Gaia di ora che parlava e raccontava ma capiva benissimo come tutti quei ragazzi si stavano sentendo. Un po' vi invidio perchè avete ancora tutta l'esperienza davanti, tutta da scoprire e da vivere al meglio; fatene tesoro!!!
Alla fine dell'incontro mi è stato chiesto da Ef di rimanere in contatto con loro e con tutti i ragazzi ex Exchange come me che ho conosciuto lì, perché mi hanno invitata a lavorare con loro durante tutto l'inverno e ad aiutare con le interviste di selezione e tutti quei processi che conosco bene e che mi ricorderanno sempre del mio anno.
Nel frattempo ho sentito anche un po' di amici dall'America, Marion dice che le manco già da impazzire, vedo le loro foto su Instagram e Facebook, ho scmabiato un paio di email con Susie e sono ben informat su quello che succede laggiù, nella lontana Canton.
Quindi insomma, sono tornata alla mia vita, circondata dalle persone con cui sono cresciuta, nei posti che chiamo casa e mangiando il cibo che amo, ma spesso nel mio cuore e nella mia mente ho il Mississippi, ripenso alle persone che non so quando e se rivedrò, ritrovo ancora una traccia delle mie abitudini americane nelle zioni che svolgo quotidianamente e spesso e volentieri mi ritrovo a fantasticare tra i ricordi di questi ultimi 10 mesi quindi sono giunta ad una conclusione: ho capito che IO sono ritornata ma  l'ESPERIENZA  non è davvero finita, perchè quella, sono certa, non finirà mai!

BACK HOME

E adesso, dopo avervi raccontato anche del mio ultimo giorno Americano, posso finalmente dirvi che sono a CASA! Ammetto che, dopo aver superato i saluti ed essermi piazzata sull'aereo, ero veramente emozionata all'idea di tornare e non vedevo l'ora di riabbracciare i miei famigliari. Così nella bellezza di 19 ore, sono riuscita  a fare Jackson, MS-Milano Malpensa.
I voli sono andati benissimo: nessun ritardo, nessuna turbolenza e tra un aeroporto e l'altro sono riuscita a destreggiarmi anche meglio di quanto mi aspettassi. Ho trovato i gates senza troppe difficoltà, passato il tempo leggendo, ascoltando musica e non facendo altro che pensare a come sarebbe stato l'impatto. Ho immaginato così tante volte la scena dell'incontro con i miei all'aeroporto che mi sembrava di averla già vissuta!! Il primo volo, di solo un'oretta, mi ha portata fino in Texas a Huston ed ero nel sedile attaccato al finestrino da sola. Ho passato il volo a guardare fuori e dormicchiare. Il secondo è stato il più lungo, fino a Frankfurt: erano 9 ore e 45 min ma, seppur detto così faccia un po' paura, non è stato poi così tremendo. Ci hanno servito cibo ogni 3 per 2, quindi ero sempre occupata a mangiare, poi mi sono sparata 2 film The secret life of Walter Mitti e Her, ho finito il libro che mi ero portata in viaggio, e dormito un 3 orette buone. L'ultimo volo invece, quello fino a destinazione finale, è stato molto easy. Ero davvero stanca dal viaggio quindi ho dormito tutti il tempo. Nell'attesa di essere imbarcata però (3 orette buone) ricordo quanto fossi agitata per il ritorno. Poi era un volo italiano, pieno di persone che parlavano la mia lingua nativa!!! Faceva un po' strano perché non ero più abituata a sentire le persone parlare in italiano, ad eccezione delle poche telefonate fatte con la mia famiglia, non avevo più sentito il suono della nostra lingua! Era confortante e terrorizzante allo stesso tempo: ero tornata ma l'America era già lontana.
Atterrata su suolo italiano intorno all'una e mezza di pomeriggio (finally, yeee) avevo le spalle rotte praticamente per essermi trascinata dietro tutto il giorno un mega zaino e un borsone pesantissimo ma mi sentivo comunque leggera come una piuma. Ho fatto la fila per il ritiro bagagli, pregando in ogni lingua del mondo che, dopo tutti quegli scali le mie valige mi avessero raggiunta sane e salve e così è stato!! Le ho caricate su un carrellino e mi sono diretta verso l'uscita, era il momento di rivedere la mia famiglia!!!!
Rivederli è stato bellissimo, un po' come me l'ero immaginata un po' del tutto diverso, non so è inspiegabile. Poi nelle ultime 48 ore erano successe talmente tante cose che sembrava tutto un po' irreale, non sembrava vero era come se fossi in un sogno oppure se stessi guardando la scena dall'esterno, come in un film ma quella non fossi io. Ovviamente gioia inspiegabile, abbracci pianti e poi tutto ancora una volta. Mio fratello, che ho ritrovato praticamente alto quanto me, cresciutissimo e con una voce diversa, mi ha anche portato un mazzo di fiori!! Che carino! Io poi, con la mia esperienza da fiorista da Susie, ho cominciato ad elencarglieli tutti in inglese. Dopo tutte le scenate che abbiamo fatto e che avranno attirato non poca attenzione in aeroporto ma di cui non ci interessava un fico secco, siamo andati verso la macchina mentre mia mamma mi teneva per mano stritolandomela e continuando a ripetere: non mi sembra vero che sei qui, ma sei davvero tu? Con mia grande gioia mi hanno detto di non avermi trovata troppo cambiata fisicamente e nemmeno di essere ingrassata più di tanto, fiuuuu!
Abbiamo fatto il viaggio di ritorno fino a casa senza smettere un secondo di parlare dicendo qualunque cosa ci passasse per la testa, come se volessimo recuperare quei 10 mesi in una mezz'oretta, ed in un certo senso, e chi ritornerà a casa prossimamente concorderà con me, un po' è così! Perché quando sei con persone che ami così tanto, ti rendi conto di come, in pochi minuti è già ritornato tutto come prima, ed anche se tu ti senti diversa, il rapporto è lo stesso e sembra di essere stati distanti solo un paio di settimane. A casa le sorprese non erano finite: ho ritrovato sul cancello, sulla porta di casa e sulla porta della mia camera degli striscioni con scritto WELCOME HOME, la mia camera era completamente riempita da palloncini con su scritto bentornata e ce n'era pure uno enorme con una stellina sorridente che indossava un cappello da laurea, in onore della mia graduation; che bello!!!! Siamo stati tutti in camera mia a scambiarci regalini e mangiare i pasticcini che una delle mie zie aveva preparato appositamente per il mio arrivo; infatti così come io avevo fatto alcuni pensierini a loro, anche loro non hanno resistito a farmi qualcosina, tra cui un ciondolino per il mio braccialetto pandora, un anello dei dvd e cose simili. Poi, per festeggiare il mio rientro e passare la serata insieme, siamo andati sul lago d'Iseo a cenare. Durante la strada ho telefonato a tutti i miei amici più stretti per salutarli ed accordami a vederli nei prossimi giorni dal momento che non erano potuti venire in aeroporto ad accogliermi perché erano a scuola ed avevano una verifica molto importante. La sera abbiamo mangiato in un ristorante vista lago dove ho preso un'ottimo piatto di spaghetti allo scoglio, ecco il mio primo pasto italiano, mi mancavaaaa:


Dopo la cena passata a raccontarci di tutto e di più, abbiamo passeggiato per il paesino bellissimo e ci siamo fatti anche una foto di famiglia, non venuta benissimo:


Siamo tornati a casa ed io ero davvero stremata dalla giornata, bellissima ma che tra viaggio, fuso orario ed emozioni mi aveva stremata. Finalmente mi sono infilata nel mio lettino che, seppur più piccolino, è sempre il mio lettino. Prima di addormentarmi ho pensato a quanto straordinario fosse che nell'arco di un paio di giorni ero stata in due poli opposto con persone diversissime che non si conoscono tra di loro ma che sono tutte legate a me in qualche modo. Era davvero straordinario!! Mi sono chiesta se magari stessi davvero sognando e che la mattina mi sarei risvegliata in Mississippi, ancora a Gennaio tipo, perché il tempo sembrava davvero essere volato, ma invece no, oramai non c'erano più dubbi, ero ritornata, back home!

venerdì 30 maggio 2014

Last day in Mississippi

Ciao a tutti vi scrivo (infine) dall'Italia!! Ebbene sì sono tornata sana e salva e, come potete ben immaginare, la mia vita qua è ricominciata subito impegnatissima tra le mille cose che dovevo fare e le persone da rincontrare. Questo spiega bene perché sia praticamente sparita da questo blog per più di una settimana senza lasciare alcuna traccia di vita. Per quanto c'è scritto qui potrei ancora essere ancora sperduta in qualche foresta del Mississippi hahaha.
Invece no, è andato tutto benissimo e non avrei potuto chiedere per un viaggio di ritonro migliore, ma prima, siccome l'ultimo giorno passato negli States è stato davvero bello e pieno, mi piacerebbe descrivere come è andata l'ultima giornata del mio sogno Americano ormai finito.
In mattinata ci siamo svegliati tuti molto presto: Charlie perché doveva partire per il suo viaggio di lavoro, noi perché saremmo andati a trovare e conoscere per la prima volta (si lo so che non ha senso l'ultimo giorno) il padre di Susie il quale abita abbastanza lontano. Così dopo la mia ultima colazone a base di pancakes, ho dovuto dare un ultimo saluto a Charlie (non senza il magone) e poi siamo partiti tutti direzione Columbia, Mississippi. La strada era un po' lunghina e ci abbiamo messo due orette buone ad arrivare. Il papà di Susie vive immerso in questa proprietà grandissima, e nella stessa casa in cui lei ha passato la sua infanzia. E' una specie di fattoria con tanto di maneggio e pollaio Quando siamo entrati ci è subito venuto incontro indossando una salopette e un cappellino con la visiera, proprio da vero fattore! Seppure abbia praticamente 90 anni non li dimostra per nulla: super attivo, gli piace tanto parlare e svelto e scattante quando si muove. Susie dopo averci presentati velocemente, si è messa subito al comando dei fornelli e ha cominciato a cucinare un grosso pranzo (sarebbero venuti anche suo fratello con sua moglie). Mentre lei preparava noi ci siamo seduti sul divano a chiacchierare del più e del meno ma, soprattutto, non appena ha saputo che io ero italiana, ha iniziato a narrarmi tantissime vicende ed episodi risalenti alla seconda guerra mondiale alla quale lui aveva partecipato da giovane combattendo in Italia. Per di più, il suo commando si trovava proprio nei pressi di Milano quindi era estasiatissimo e non finiva più di raccontarmi e chiedermi se alcuni dei posti che gli erano rimasti impressi esistessero ancora. Mi spiace che, dopo la guerra, non ci sia più tornato e quindi il ricordo che ha non è proprio die migliori diciamo... In certi momenti, quando i racconti si facevano più tesi e dolorosi è arrivato fino a commuoversi!! E' stato stranissimo conoscere un uomo e vederlo aprirsi completamente con noi in così poco tempo, ma è stato decisamente interessante e coinvolgente. Susie ha interrotto i suoi racconti un po' nostalgici annunciando che il pranzo era pronto. Abbiamo aiutato a disporlo in tavola, abbiamo aspettato che ci raggiungesse anche suo fratello e poi abbiamo iniziato a mangiare: il mio ultimo pranzo in Mississippi!! Si trattava di bistecche fritte con mais, piselli, fagioli, gravy  e rolls. Ottimoooo!! dopo pranzo abbiamo anche avuto un fetta di torta ciascuno offertaci dal papà di Susie e siamo restati a chiacchierare mentre loro (io non lo bevo) sorseggiavano caffè. Prima di andarcene (ci aspettavano altre 2 ore di viaggio in macchina) il papà di Susie ha insistito perché lei suonasse un po' il piano che era di sua madre, venuta a mancare di questi tempi l'anno scorso. E' stato emozionante, quasi da brividi. Poi una volta pronti per andare, ci siamo salutati tutti bene e il papà di Susie mi ha dato i migliori auguri e consigli per il futuro.
Prima di ritornare diretti a Canton, Susie ci ha fatto fare il giretto turistico del paesino che è quello in cui è cresciuta; quindi ci ha fatto vedere la chiesetta in cui andava, il cinema all'angolo, il campetto da football e la scuola superiore in cui lei e Charlie si sono conosciuti. Il viaggio di ritorno è stato più lungo per me dell'andata e abbastanza tosto perché avevo un abbiocco assurdo!
Una volta a casa, abbiamo caricato Who Dat in macchina e l'abbiamo portato a fare i bisognini vicino a scuola, così che io e Stefan potessimo passare dai campetti per vederli l'ultima volta. Avevo i brividi, non potete capire, ripensare a tutti i momenti passati lì, da cheeleader o long distance runner, tutte quelle giornate intensamente vissute tra allenamenti, gare, partite... Indimenticabili! Ho anche rivisto la mia Panther paw, con su il mio nome e ha riportato alla memoria i giorni estivi passati lì a dipingerle con le altre cheerleader.. Era proprio un saluto definitivo e, seppure sono certa che ne sentirò una mancanza tremenda, il loro tempo ormai era passato. Tornati a casa, mentre Susie doveva incontrarsi con una sposa, noi abbiamo iniziato a prepararci per il Goodbye party  at the cabin di quella sera. In mio onore sarebbe stato un Lasagna party e quindi abbiamo iniziato ad infornare le lasagne e abbiamo insacchettato tutte le caramelle, le patatine e i diversi snack che avremmo comunque portato. Doccia e poi intorno alle 6.30 è cominciata ad arrivare gente. Il piano era che ci saremmo incontrati tutti sotto casa nostra e poi andati tutti insieme visto che la strada era un po' complicata. C'erano Turner, Landon, Starling, Dominic ed Ellery. Abbiamo preso tutto il cibo e poi siamo andati. Lì, siccome era ancora presto e doveva raggiungerci altra gente, ci siamo messi a giocare a calcio fuori o a pescare. Quando poi sono arrivati anche Laf, Dancy e Austin abbiamo mangiato tutti insieme. Da lì in poi è stato sia divertentissimo sia tristissimo perché dentro di me sapevo che era l'ultima volta che li vedevo... Siamo stati un po' fuori un po' dentro e poi ogni volta che qualcuno se ne andava e dovevo salutarlo definitivamente partivano le lacrime! Non vi dico quando se n'è andata Dancy: continuava a ripetermi "no matter what you'll always be my Italian best friend" che tristezza...Alla fine sono rimasti Dom, Landon e Turner che avevano deciso di rimanere là la notte a dormire con Stefan e che hanno cercato di convincere anche me ma non se ne parlava proprio: io avevo il volo la mattina dopo, le ultime cose da sistemare e la valigia da chiudere! Quindi quando Ellery se ne stava andato ha dato un passaggio a casa anche a me mentre gli altri sono rimasti lì a dormire. Salutarli è stato tremendo, erano praticamente i miei migliori amici e ho pianto come una fontanella. Ho salutato anche Ellery sotto casa e poi sono entrata per passare lì la mia ultima notte :'(
Susie era ancora in piedi quindi siamo rimaste a chiacchierare un bella mezz'oretta e poi mi sono ritirata in camera. Ho avuto un colpo di genio e, per lasciare una cosa carina, ho riempito una parete della mia camera, completamente, di post it, ciascuno con su scritta una frase carina o qualche piccolo saluto personale. Ho pensato che fosse una cosa simpatica da lasciare e che probabilmente avrebbero notato solo dopo la mia partenza. Poi stanchissima e sapendo di dovermi svegliare prestissimo in mattinata, sono andata a letto e ho dormito per l'ultima volta nel mio mega letto americano.
Quando mi sono svegliata la mattina non ci potevo credere che stavo davvero tornando in Italia. Dopo tutto quel tempo sembrava surrealissimo!!! Poi ho cominciato ad agitarmi e a diventare nervosa perché sapevo che mi aspettava quel lungo viaggio tutto da sola e mi sono cominciate a venire le paranoie più strane ed idiote. Un volta chiuse e portate giù le valigie (pesantissime!!) non senza l'aiuto di Stefan, sono andata a salutare Maw Dawn nella casetta di fronte alla nostra. Era così contenta di vedermi e di avere modo di salutarmi! Infatti anche lei stava partendo per New Orleans con delle sue amiche e quindi non sarebbe potuta venire in aeroporto. Cui siamo abbracciate tanto e mi ha fatto l'in bocca al lupo per il viaggio ed il rientro a casa, che donnina, non me la scorderò mai! Anche Charlie ha chiamato per augurarmi buon viaggio e poi abbiamo iniziato a ficcare tutti i mille mila bagagli (due valigie e due borsoni) nella macchina. Siamo partiti, ho fatto un silenzioso saluto alla casa che mi ha ospitato per ben 10 mesi e poi ci siamo fermati a casa di David giusto per gli ultimi abbracci. Basta davvero dopo quei due giorni lì adesso i saluti non li sopporto più, mi viene il magone solo a pensarci. Il vero addio a Canton però è stato quando ci siamo fermati al donnut shop,  dove ci sono i migliori che io abbia mai mangiato in America, e ci siamo presi il nostro ultimo donnut insieme. Da lì poi diretti in aeroporto dove, con mia grande sorpresa, ho trovato anche Dominic che era venuto per starmi vicino fino all'ultimo e salutarmi proprio prima di partire. Dopo tutta la oda al check in, le mie due valigie da imbarcare pesavano entrambe più del consentito (una 3 pound l'altra 9 in più :O) e quindi, siccome pagare la differenza sarebbe stato intorno ai $500, ho preferito l'opzione A: tirare fuori qualcosa! Chi è una ragazza capirà il mio dolore e panico nel dovermi trovare costretta a buttare qualche prezioso capo di vestiario..
alla fine mi sono concentrata sulle scarpe e sono riuscita a cavarmela mettendone un paio nel bagaglio a mano, lasciando 4 altri paia a Susie, buttando un libro e tutti gli smalti. Comunque dopo questa minidisavventura ed aver imbarcato i miei due bagagli, ma ancora carica come un ciuccio con gli altri due a mano, ero davvero pronta per partire. A parte le 9000 miglia che ancora mi separavano da casa ero un passo più vicina, mancava poco...
Ed eccolo che, inesorabile, è arrivato il momento dei saluti finali proprio prima di attraversare i controlli di sicurezza ed entrare nell'area dei gates. Dopo i soliti abbracci lacrimosi, Susie mi ha preso da parte e ha fatto la cosa sorprendente di questi 10 mesi. Con le lacrime agli occhi mi ha confessato che è sempre stata  molto dura e severa con me perché voleva farmi maturare, darmi una lezione e perché in me vedeva tanto lei stessa da giovane. Ha anche aggiunto che in me vede tanto potenziale e che secondo lei un giorno sarò una brava mamma. Davvero uno dei miglior discorsi che abbiamo mai avuto e che probabilmente non dimenticherò mai. Quindi anche quello ha rincarato la dose! Con Stefan, nonostante tutti i nostri momenti no, ci siamo abbracciati e ci siamo detti che ci vogliamo lo stesso bene e che siamo davvero come sorella e fratello minore. Anche salutare Dom, l'amico che c'era sempre che mi ha insegnato a guidare, che mi consolava e che, ancora una volta, mi aveva dimostrato quanto bene mi volesse, è stato tremendo. Alla fine, non potendone più ho fatto segno di ciao con la mano e, a passo deciso mi sono avviata verso  il  gate di controllo, mi sono voltata, li ho visti da lontano andare via e salutare e poi ho fatto un gran respiro: stavo andando a casa!

martedì 20 maggio 2014

GOODBYE MISSISSIPPI

Today is a day that I will never forget: today I leave Mississippi, my home for these past 10 months. 
This place, in only few months, gave me so much that I can't even explain. If I think back to the girl I was when I got out the plane that brought me here, I would never imagine such a big changing.
Every single day spent here gave me a little drop of the new version of myself, every single day spent here brought me to the person that I am now. I overcame the hard times which made me stronger. I learned the language and the culture of the people around me which made me wiser. I ate food never tried before which made me more openminded. I travelled to new places which made me more adventurous. I took care of myself which made me older. I met different people and learned about their own stories  which made me richer. 
I never refused new experiences and everyone of them taught me something: I learned how to see things from a different point of view, I started to believe in who I am, I created connection with people, I questioned things I took for granted, I challenged myself, I grew.
Now It's time to go home and I am ready, yes I've never been more ready than now, because after an experience like this, that strongly affected me, I'm sure I will face my future life much more intensely. So, goodbye Mississippi and thank you for all you gave to me.

Oggi è un giorno che non dimenticheró mai: oggi lascio il Mississippi, la mia casa per questi ultimi 10 mesi. 
Questo posto, in soli pochi mesi, mi ha dato così tanto che non posso nemmeno spiegare. Se ripenso alla ragazza che ero quando sono scesa da quellnaereo che mi ha portato qui, non avrei mai immaginato un cambiamento così grande. Ogni singolo giorno speso qui mi ha dato una goccia della nuova me stessa, ogni singolo giorno speso qui mi ha portato ad essere la persona che sono ora. Ho superato i momenti difficili e ció mi ha reso più forte. Ho imparato la lingua e la cultura delle persone intorno a me e ció mi ha reso più saggia. Ho mangiato cibi mai assaggiati prima e ció mi ha reso più aperta di mente. Ho viaggiato in posti nuovi e ció mi ha reso più avventurosa. Mi sono occupata di me stessa e ció mi ha reso più matura. Ho incontrato persone diverse e appreso le loro storie e ció mi ha reso più ricca. 
Non ho mai rifiutato nuove esperienze e ognuna di quelle mi ha insegnato qualcosa: ho imparato a vedere le cose da un diverso punto di vista, ho iniziato a credere in quella che sono, ho creato connessioni con le persone, ho messo in discussione cose che davo per scontate, mi sono sfidata, sono cresciuta.
Ora è il momento di andare a casa e sono pronta, sì non sono mai stata più pronta di così, perchè dopo unmesperienza come questa, che mi ha influenzata profondamente, sono socira che affronteró la mia vita futura molto più intensamente. Quondi arrivederci Mississippi e grazie per tutto quello che mi hai dato.

Time to leave

Sono appena tornata a casa dal mio Goodbye party che è stato fantastico!! Ho avuto modo di eivedere tutti i miei amici più stretti e salutarli per bene prima di partire. Ammetto che è stato un bel po' triste, ma si sapeva che questo momento doveva arrivare, e ora che ho fatto proprio tutto, sono davvero pronta per partire. La mia ultima fiornata in Mississippi è stata davvero dantastica come molte altre, ma non ve la racconto ora perchè sono piuttosto stanchina e, in un 6 ore mi dovró svegliare per andare all'aeroporto. Prima di salire in camera mi sono fermata. Achiacchierare tanto con Susie, abbiamo ricapitolato un po' l'anno e ci siamo, a modo nostro, salutate veramente. Domani in aeroporto sarà giusto l'ultimo addio. Dominic ha deciso che verrà a salutrmi in aeroporto, cosa dolcissima da parte sua. 
Ci siamo. Siamo arrivati alla fine, a quel momento che, voluto o non voluto, arriva. Ho fatto tutto quello che volevo? Direi grosso modo sì. Molte le cose diverse da quello che mi aspettavo e tante le delusioni, ma innumerevoli gli insegnamenti e i momenti indimenticabili che mi sono lasciata dietro. Quindi parto serena senza rimpianti e con solo la tristezza di dover dire addio, forse per sempre ad alcune delle fantastiche persone che ho conosciuto. Proprio come mi ha detto poco fa Susie mentre chiacchieravamo: è solo un capitolo della vita che si chiude, ma il libro non finisce. Ho ancora tante pagine bianche davanti a me che, onestamente, non vedo l'ora di riempire con tutto quello che mi aspetta a casa. Sono una Gaia nuova, diversa e cresciuta, pronta a tornare indietro vittoriosa e fiera di me stessa. Ce l'ho fatta ed è stato grandioso. E ora it's time to come home. 

domenica 18 maggio 2014

Meno un giorno

Oggi sono dieci mesi esatti da quando sono arrivata qui. E ancora un giorno e poi tutto questo sarà definitivamente concluso. Dieci mesi intensi che adesso sembrano volati ma che alle volte sembrava non passassero più... Il pensiero di quanto dieci mesi ti possano cambiare ed insegnare però mi lascia sempre stupefatta.  Ne sono successe di cose, sia belle che brutte, indimenticabili e che vorrei scordare il prima possibile, che, un mattoncino alla volta, hanno creato la nuova Gaia che c'è qui ora e che sta per partire.
Gli ultimi due giorni li ho passati tutti in famiglia. Sabato mattina, intorno alle 10, siamo usciti tutti e 4 per andare a vedere la partita di baseball dei Mississippi Braves contro una squadra del Tennessee. Infatti Charlie aveva ottenuto i biglietti gratis da qualche collega di lavoro. Mi sono divertita tanto alla partita che era davvero coinvolgente. Sempre Charlie è riuscito a procurarci delle casacche, come quelle che usano i giocatori che, anche se erano almeno 3 taglie più grandi, abbiamo indossato giusto per tifare meglio. Per pranzo mi sono comprata lì un hamburger e siamo tornati a casa verso le 2, prima della fine della partita, perché Susie non aveva più voglia di stare lì.
Una volta a casa sono restata un po' nel portico sul retro con Who Dat a godermi il sole e poi sono andata a portarmi avanti con le valige. La sera, inizialmente, dovevamo andare al cinema per incontrarci con Nicholas e John per vederli un'ultima volta prima di partire ma siccome Susie mi sembrava stesse facendo di tutto per rendermi impossibile vederli (prima non voleva andarci proprio, poi ci voleva andare ma a vedere un film diverso, poi ad un orario diverso dal loro e non voleva nemmeno tentare di andare solo mangiare con loro)  mi sono stufata e ho detto che non andava più al cinema anche perché andavano a vedere un film che a me non interessava per niente e quindi sarei andata solo per incontrare Nicholas un'ultima volta. Ma siccome mi riusciva impossibile, ho lasciato perdere e ho deciso di restare a casa. Lei e Stefan sono andati comunque, io nel frattempo sono restata al computer e ho cenato con Charlie. Mi ha insegnato a preparare i grilled cheese sandwich e ce ne siamo pappati uno e mezzo per uno. Poi dopo cena ci siamo messi a vedere la tele assieme e, siccome ero un po' stressata dalle mille cose che erano successe, mi sono concessa un paio di biscotti con su il burro di arachidi, e dai, quello mi mancherà in Italia! Per il resto della serata ho fatto la doccia, aggiornato il blog e, quando Susie e Stefan sono tornati a casa, sono passata a salutarli e dargli la buonanotte.
Oggi era la mia ultima giornata con Charlie perché domani mattina parte presto per una conferenza di un paio di giorni a New Orleans, roba di lavoro, e quindi ha voluto rendermi questa giornata indimenticabile. Intorno all 10.30 siamo andati at the cabin, in campagna, dove abbiamo cucinato un'enorme pentolona di crawfish, lo stesso che avevamo avuto a New Orleans e che è così tipico nel sud. Ha anche preparato la salsina in cui pucciarlo e come controno pannocchie, funghi, patate e salsiccia:

Era delizioso, abbiamo mangiato lì, cosa inusuale e che ha reso il tutto più divertente. Subito dopo pranzo Susie ha avuto un'ideona: ci ha detto che se volevamo, potevamo avere un goodbye party con i nostri amici più stretti la sera dopo, lì nella casa in campagna!! Si dai che bello così posso rivederli tutti e salutarli bene! Ma il patto era che dovevamo aiutarla a ripulire un po' perché diceva che none ra nelle condizioni adatte per invitare gente. Quindi abbiamo fatto le pulizie per un paio d'orette poi, quando era ormai pulita e splendente, lei, che era venuta con la sua macchina, è tornata a Canton per incontrarsi con una sposa, mentre io Stefan e Charlie siamo andati a pescare.
Era una giornata perfetta per la pesca e abbiamo passato letteralmente tutto il resto del pomeriggio sul bordo del laghetto. Abbiamo preso 17 pesci di cui 10 erano miei!! Mi piace un sacco pescare, ogni volta che prendo un pesce mi esalto tantissimo!! Erano di 3 o 4 tipologie diverse ed avevo anche acciuffato un catfish, molto raro e grosso, ma mi è sfuggito a metà mentre lo tiravo su :(


Questa volta, al contrario delle altre, li abbiamo tenuti e riportati a casa dove Charlie ci ha mostrato bene come ripulirli dalle squame e dalle spine e poi li abbiamo fritti e mangiati!! Come contorno c'erano anche dei fagioli e devo dirvi che quel pesce era delizioso!!! E poi sapere che sei stata tu stessa a pescarlo lo rende ancora più buono. Dopo cena io e Stefan ci siamo intrippati tantissimo con i Jelly Beans. Si tratta di queste caramelle a forma di fagiolini, tutte colorate, in un mega barattolone che hanno i gusti più strani, ma con i gusti più strani intendo proprio di tutto (popcorn, tiramisù, torta al gelato, zucchero filato..) E quindi ci divertivamo ad assaggiarne uno per uno e indovinare il gusto. Ma sono tantissimi e tutti diversi quindi dopo che inizi non riesci più a smettere perché vuoi scoprire tutti i gusti che ci sono. Ci ha tenuti occupati per un bel pezzo e poi Charlie, prima di andare a letto, è venuto per darmi un ultimo saluto. Ci vedremo anche domani mattina, ma abbastanza di sfuggita, quindi voleva salutarmi bene stasera. E' stato tremendo perché lui è davvero sensibilissimo e mentre ci salutavamo aveva le lacrime agli occhi cosa che non mi aspettavo per nulla e che mi ha messo un po' in imbarazzo, non sapevo bene come reagire! Che tenerino continuavamo ad abbracciarci e poi mi ha regalato una piccola torcia che teneva sempre con sé o in macchina e che mi aveva già spiegato un paio di volte, essere un modello nuovissimo e che gli piaceva tanto perché è piccola comoda ed efficace. Me l'aveva prestata anche un paio di volte e mi aveva sempre chiesto di riportagliela indietro perché ci teneva tanto. Quando me l'ha data non me la sentivo proprio di prenderla perché seppure fosse una cosina piccolina sapevo quanto ci tenesse e che la usasse tanto. Ma lui mi ha detto che proprio per quello me la voleva lasciare, perché mi ricordassi di lui. Io comunque l'ho davvero apprezzato e gli ho detto che ne farò tesoro. Ancora un po' commosso mi ha detto che andava a letto, ci siamo dati un abbraccione e ci siamo salutati con un "ci vediamo domani".. che tristee che strano allo stesso tempo.. lui è sempre stato carino con me e adesso è già il momento di salutarlo definitivamente. Quando sono salita in camera ho praticamente finito le valigie e i bagagli a mano. Ho giusto le ultime cose che sto usando ancora adesso da ficcarci dentro e poi è fatta. Speriamo che non sfasi di molto con il peso... Domani mattina presto usciamo per andare a conoscere (l'ultimo giorno?! sì l'ultimo giorno) il papà di Susie che abita un po' lontanino. Subito dopo che torneremo mi dovrò preparare per il nostro goodbye party che finirà tardi in serata e quindi non so bene se riuscirò a scrivere un ultimo post.. Spero di sì ma nel caso non ce la faccia cercherò di aggiornare tra un aeroporto e l'altro, tanto avrò luuunghe ore di attesa! Non vi sembra strano il fatto che sia di nuovo su di un aereo, questa volta per la via del ritorno? A me sì, tanto e, seppure non veda l'ora di arrivare a casa e riabbracciare la mia famiglia, da una altro lato sento che lascio qualcosa. Non so bene cosa ma c'è qualcosa che lascio qui e di cui sentirò il vuoto poi. Forse solo dopo un po' di tempo me ne renderò conto e non so bene cosa pensare al riguardo ma sono certa che qualcosa che lascio qui dietro di me c'è. Forse una manciata di amici, forse una vecchia Gaia o una serie di momenti e ricordi. O forse solo questa vita un po' pazzerella e alternativa che, faticando un po', mi ero riuscita a costruire quaggiù.

sabato 17 maggio 2014

Last time in NOLA

Giovedì, dopo la sveglia presto e una banana come colazione, Charlie ci ha dato un passaggio fino in stazione a Jackson. Siamo arrivati verso le 10.15 e il nostro treno doveva partire alle 11.30 ma c'è stato un ritardo di mezz'oretta così non siamo saliti a bordo fino a mezzogiorno. Sono rimasta stupefatta dalla pulizia della stazione (eravamo in un quartiere piuttosto malandato) e dal treno che era davvero grande e comodo. Andava lentissimo eh, mica come i nostri frecciarossa, ma per le 3 ore che dovevamo prenderlo fino a New Orleans andava benissimo. Dopo aver chiacchierato un po' con Susie e mangiato il panino che mi ero portata come pranzo, ho abbassato il sedile reclinabile, messo le cuffie e mi sono persa a guardare i panorami del Mississippi sempre così verdi e rinfrescanti. Inutile dire che dopo non molto mi sono addormentata. Sono stata svegliata da Susie quando siamo entrati in Louisiana perché voleva che vedessi le paludi, cosa che avevo visto tutte le sante volte che siamo andati a NO, ma va be'. Per le 4 siamo arrivati alla stazione e da lì abbiamo preso un taxi fino al condo di Matt dove eravamo stati la volta precedente. Lo abbiamo trovato a bordo della piscinetta a chiacchierare con Maria, una sua amica che abita lì e che, sia nei modi di fare che nell'aspetto, rappresentava la tipica donna spagnola o sudamericana. Ci siamo presentati ed è rimasta lì a parlare un po' con noi, poi è tornata a casa mentre noi abbiamo lasciato giù le poche borse che avevamo nell'appartamentino e siamo usciti a piedi per passeggiare un po' e fermarci a mangiare qualcosa. Quando siamo passati di fronte ad una grande casa con i finestroni verdi sotto alla quale c'erano tantissime macchine parcheggiate con i paparazzi seduti dentro in attesa, Matt ci ha spiegato che lì resideva Brad Pitt il quale era sceso in città a passare qualche giorno con la sua famiglia. Io ero in esaltazione, Brad Pitt?! hahah fosse per me avrei aspettato lì sotto con quei paparazzi anche tuta la notte. Ci siamo passati proprio di fronte e non potevo crederci che a pochi metri da me c'era Brad Pitt, quello probabilmente è stato il momento in cui ce l'ho avuto il più vicino possibile in tutta la mia vita haha!! Abbiamo camminato fino alla piazza principale, quella con la cattedrale e ci siamo fermati per una mezzoretta buona ad osservare questa banda, tutta formata da ragazzini di colore che non avranno superato i 15 anni di età, che suonavano in strada ogni tipo di percussione, ma bravissimi,! Hanno creato intorno a loro una folla immensa. Affascinavano tutti con il loro ritmo invitante, sì, questa è la vera anima di New Orleans! Of course per cena siamo andati dal nostro classico Fiorella's dove andiamo sempre e, per dare uno strappo alla regola, mi sono presa pollo fritto che qui a New Orleans è il migliore! Ma come contorno invece delle patatine fritte, sono andata per i fagioli. Poi abbiamo passeggiato al French Market dove Stefan si è comprato un apio di occhiali da sole e siamo entrati in un po' di negozietti nel French Quarter. Per le 7.30 siamo dovuti ritornare in camera perché iniziava American Idol e, come sapete, Susie non se lo può perdere. Due ore dopo, quando è finito, siamo riusciti, questa volta però Matt è andato per conto suo per incontrarsi con amici, mentre noi siamo andati su e giù per Bourban Street e poi ci siamo fermati in Canal Street ad accontentare la voglia matta di gelato di Susie. Siamo rientrati in camera non molto tardi, io infatti ero davvero stanca, e dopo poco siamo andati a dormire. Non so a che ora sia rientrato Matt, ma fatto sta che non ha messo nessuna sveglia e quella mattina doveva andare in aeroporto per partire!! Ci siamo svegliati per miracolo perché Susie ha ricevuto una chiamata che l'ha svegliata e, ovviamente, come al solito, eravamo stra in ritardo. Lo abbiamo aiutato ad impacchettare tutto, ripulire la stanza e caricare tutto in macchina e poi lo abbiamo accompagnato all'aeroporto dove, magicamente siamo arrivati in orario per il suo volo. Dirsi goodbye non è stato facile, lui è sempre stato il mio preferito in tutta la famiglia, quello con cui potevo parlare di tutto, che mi faceva sempre divertire, che mi mandava i messaggini dolci quando era lontano da casa e che mi ha insegnato tantissimo.. Ma sapevamo entrambi che non perderemo mai i contati dopo così tante esperienze insieme e che probabilmente ci rivedremo prima di quanto ci aspettiamo, quindi dopo uno stettissimo abbraccio e millemila "I'll miss you" "Have a safe trip" "Love you", ci siamo dovuti separare.
Noi, siccome non avevamo ancora fatto colazione, ci siamo fermati da IHOP (International House of Pancakes) che apparentemente dovrebbe avere i migliori Pancakes! A parte la litigata di Susie con la cameriera, è stata davvero una buona colazione: ho preso dei pancakes con su la marmellata e lo zucchero a velo, buonissimi ma troppi, non sono nemmeno riuscita a finirli!!
Prima di metterci in strada per ritornare in Mississippi, abbiamo deciso di fermarci al famoso Audubon Zoo di NO che anche Matt ci aveva caldamente consigliato. A livello di animali, nulla di strabiliante, c'erano quasi tutti gli animali, per lo meno quelli classici per uno zoo, ma la cosa davvero bella erano le ambientazioni che sembravano davvero reali! E poi non c'erano gabbie, ma era come se gli animali fossero liberi e i turisti girovagavano su delle specie di ponticelli in legno sopraelevati o recintati che attraversavano queste ambientazioni. Dalla savana, alle foreste indiane alle paludi e ai lunghi fiumi sudamericani, ce n'erano di ogni tipologia. Era proprio una bella giornata per stare in giro perché c'era il sole ma non faceva troppo caldo. Dopo un bel 3 ore lì dentro, abbiamo ripreso l'autostrada e ci siamo messi in viaggio. Verso le 2 ci siamo fermati in quel posto dove eravamo andati a mangiare anche la prima volta che eravamo stati a New Orleans: un'enorme buffet chinese, con ogni cosa possibile e inimmaginabile, tutto buonissimo. Ho mangiato probabilmente più di quanto avrei dovuto ma tanto ormai la mia dietra si era un po' persa dal giorno prima. Diciamo che era in pausa ;) Con la pancia piena siamo rientrati in macchina e, per il resto della strada non abbiamo fatto altro che fermaci nei Dirt Cheap (ben 3!) per vedere se riuscissi a trovare una valigia a poco prezzo da poter usare nel viaggio di ritorno per tutta quella roba nuova che ho comprato. Non avendo trovato nulla e un po' disperata, Susie ha avuto l'ideona di fermarsi in questo negozio un po' stile Dirt Cheap dove ne ho finalmente trovata una. E' enorme e l'ho pagata solo $10 perché è vecchissima, probabilmente degli inizi del '900 hahah, sembra un po' quella di Mary Poppins. Ma non mi interessa più di tanto, l'importante è che sia spaziosa e che ci possa ficcare dentro quanta più roba possibile. Finalmente soddisfatta, siamo ritornati a casa dove ci aspettava Charlie. Io mi sono riposata un po' sul divano e poi ho messo a lavare i vestiti usati nel viaggio, ora che sto facendo le valigie devo lavare tutto quello che uso per poterlo mettere via! Per cena Charlie ha cucinato una zuppa ai fagioli, piccantissima, con fettine di pane da pucciarci. Dopo cena avevo bisogno di una bella doccia e poi ho cominciato a mettere alcuni dei vestiti restanti nella nuova valigia che si è rivelata perfetta. Voglio finire di fare le valigie il prima possibile perchè è una cosa che non sopporto e perchè, una volta chiuse e finite mi sentirò di già sulla via di casa... Ancora pochi giorni....

Meno cinque giorni

Martedì e mercoledì sono state due giornatine abbastanza tranquille:
Martedì ho deciso che era arrivato il momento di iniziare a fare le valigie, sul serio, e quindi mi sono svegliata molto presto, mi sono messa in tenuta comoda e ho tirato fuori tutti, ma proprio tutti i vestiti dagli armadi e dai cassetti, ho cominciato a separare le cose che voglio portare a casa e quelle che voglio lasciare, ho iniziato a piegarli tutti e fare le pigne. Sono persino riuscita e metterne un po' in valigia, ma poi mi sono stancata e quindi sono scesa alla ricerca del resto della famiglia. Ho trovato Susie e Stefan che erano nella casetta all'angolo che stanno risistemando perchè è lì che la famiglia di Stefan, quando arriverà qui settimana prossima, si fermerà a dormire. Per pranzo Susie ci ha cucinato hamburger e patatine a cui però io sono riuscita orgogliosamente a resistere :) +10 per meeee!!
Nel pomeriggio Susie è andata a Rosegate mentre noi siamo restati a casa, ho guardato un po' di tele, letto, portato fuori Who Dat e andata avanti a fare le valigie. Nel tardo pomeriggio sono andata in campagna con Charlie e poi siamo ritornati in tempo per cena. Siccome Susie era stanca ed appena tornata a casa, ha semplicemente ordinato chinese d'asporto e io invece mi sono preparata una piccola insalata. Di sera, dopo la doccia mi sono vista ben 2 film: Gimme Shelter e Beastly. A quel punto ero proprio cotta e sono andata a dormire.
Mercoledì mattina, quando sono scesa per fare colazione, Susie era già al lavoro con Anthony nel giardino sul davanti a ripiantare tutti i fiori. Io sono passata a dare un po' una mano e poi, poco prima di pranzo sono andata in piazza per farmi una passeggiata e perché mi era arrivato un messaggio da uno dei negozi dicendo che c'era un pacchetto per me da ritirare: era un regalino per la graduation da parte della famiglia di Dom. Che pensiero gentile!! Si trattava di un piccolo portafoglietto. Quando sono ritornata a casa mi sono fatta un sandwich per pranzo e poi sono salita in camera ad aggiornare un po' il blog. Per tutto pomeriggio Susie è andata di qua e di là a fare commissione varie ma, per fortuna, mi ha lasciata a casa così che ho potuto portarmi avanti con le valigie e vedere The Brave in tv. In serata siamo andati tutti e 4 insieme in campagna e io e Stefan abbiamo dato da mangiare ai pesci. Come cena Susie ha cucinato bistecche ai ferri, melanzane fritte, quinoa e broccoli. Dopo cena mi sono fatta una doccia, aggiornato il blog, e poi ho dovuto preparare uno zainetto per il giorno dopo in cui saremmo ritornati a NOLA per passare un paio di giorni lì (questa volta davvero per l'ultima volta!!), mangiare buon cibo (bye bye dieta), salutare Matt e ritornare in Mississippi con la sua macchina.

mercoledì 14 maggio 2014

Meno una settimana

Come preannunciato dal mio titolo il tempo sta correndo... e siamo già arrivati all'ultima settimana di questo anno. A parte il fatto che la mia camera sembra un campo nomadi al momento, ho deciso che voglio fare finta di niente e passare questa settimana con la stessa spensieratezza di sempre, senza stare a stressarmi con frasi del tipo "Oh questa è l'ultima volta che faccio questo o quello" perché altrimenti mi verrebbe solo l'ansia. Ero anche riluttante ad iniziare a fare le valigie ma ho dovuto perché mi sono resa conto che arrivare all'ultimo giorno con ancora tutto da fare non sarebbe stato proprio il massimo divertimento.
Comunque, prima del post su NYC (yeeeee finalmente l'ho scrittooo, oggi tutto di un fiato) ero rimasta alla mia Graduation night tra venerdì e sabato. Be' sabato per metà giornata me lo sono perso perché, quando sono arrivata a casa alle 8, sono andata a dormire fino alle 2.30 quando sono stata bruscamente svegliata da Ryan che poverino era stato mandato come vittima della mia mostruosa reazione dopo avermi svegliata con sole 5 ore di sonno... E il motivo? perché miss wedding planner aveva bisogno di aiuto al matrimonio. Sarà che ero appena sveglia e stanca mi in quel momento mi è salita tutta la rabbia del mondo. Caspita io non solo lì a sua disposizione! Quindi per la frustrazione sono scesa  in pigiama così com'ero, fregandomene assolutamente e mi sono presentata da lei in pigiama. Mi ha dato subito qualcosa da fare ma si è resa conto abbastanza facilmente di quanto fastidio mi facesse (visto che secondo me non avevano nemmeno bisogno di aiuto dato che sembrava tutto sotto controllo). Tanto che dopo un'oretta ha detto a me e Stefan che se avevamo fame potevo andare a mangiare da McAlister's. Io ho preso l'occasione al volo, mi sono andata a cambiare  e siamo andati insieme lì a mangiare un panino. per tutto il tragitto e al tavolo non abbiamo spiaccicato parola perché eravamo entrambi prima di tutto stanchi, arrabbiati e stufi. Quando siamo tornati (inutile dire che ce la siamo presa proprio con calma..) avevano già quasi finito di preparare tuto, così abbiamo fatto giusto un paio di cose e poi eravamo liberi di andarci a preparare per andare alla esta a sorpresa di Turner! Infatti giovedì era il suo compleanno e quindi gli avevamo organizzato una festa a sorpresa! Mi sono fatta una doccia e poi mi sono preparata velocissima; intorno alle 6.15 Landon ci è passato a prendere a casa e siamo andati con lui a casa di Turner. La proprietà di Turner è enorme e avevamo organizzato di farci trovare tutti davanti al suo laghetto per poi restare lì a fare il bagno e fare campeggio la notte (cosa che però io e Stefan avevamo deciso di non fare). Non eravamo in tanti, metà della gente non la conoscevo, l'altra metà erano i suoi amici più stretti di scuola. Purtroppo, poco prima che Ellery, la sua ragazza, lo portasse lì con qualche pretesto, è scoppiato a piovere, abbastanza forte, e quindi siamo dovuti rientrare tutti nei truck e così quando è arrivato non siamo potuti saltare tutti fuori urlando "sorpreeeeesa" ma abbiamo solo suonato i clacson e tirato giù i finestrini per urlarglielo. Comunque la missione era andata a buon fine perché, fino a quando non è arrivato sul posto, non aveva sospettato nulla. I maschi non si sono lasciati scoraggiare dalla pioggia e quindi si sono fatti il bagno lo stesso, invece noi ragazze siamo restate in macchina con la musica alta ad aspettare che il temporale passasse. Quando si è calmato, dopo circa mezz'oretta, siamo uscite anche noi e ci siamo sedute sul molo da dove alcuni ragazzi si erano messi a pescare, mentre altri avevano preso le canoe e facevano le gare far di loro. All'ora di cena è arrivata la mamma di Turner a salutarci tutti e a portarci un pentolone di beef stew, patatine e cookies!! Abbiamo centao tutti insieme mentre iniziava a fare buio, così abbiamo tentato di accendere un fuoco con pochi o nulli risultati però: infatti tutto il legno che siamo riusciti a trovare era bagnato e quindi non era cosa facile... perciò abbiamo preferito restare sul molo a chiacchierare, guardare le stelle che si vedevano benissimo e, alcuni ragazzi hanno sparato dei fuochi di artificio che avevano trovato in macchina. Noi siamo restati solo fino alle 11 e ci siamo fatti venire a prendere da Susie dopo che il matrimonio era finito, proprio mentre gli altri iniziavano a montare le tende per passare lì la notte. E' stata comunque una bella serata, mooolto diversa dal solito, in vero stile campeggio; ed ero proprio contenta di aver sorpreso Turner. Una volta a casa mi sono concessa una minuscola fettina di cheese cake che era avanzata dal matrimonio giusto perché volevo assaggiarla e poi sono filata a letto.
Domenica era Mother's day che qui in America è davvero una cosa grossa! Così appena sveglia (tardi) ho fatto gli auguri a Susie e le ho dato un bigliettino che avevo comprato qualche giorno prima. Per tutta mattinata abbiamo aiutato a preparare un grosso pranzo visto che sarebbero venuti anche David e Maw Dawn. Abbiamo mangiato nel tavolone della sala da pranzo e c'erano principalmente costine di maiale, salsicce, funghi, fagioli, patate e pane. Dopo pranzo siamo rimasti a chiacchierare con Maw fino a quando se n'è andata, poi abbiamo sistemato un po' la cucina e io, Susie e Stefan siamo usciti per accompagnarlo al cinema dove aveva un appuntamento con la ragazza che ha portato al prom (uouououo). Sulla strada del ritorno ci siamo fermati in uno store dove ho comprato il regalo di Marion visto che era stato il suo compleanno recentemente e che sarei uscita con lei e sua mamma a cena: le ho preso un portafoto dove poi ci ho incorniciato una nostra fotografia, due candele profumate perché so che le ama, e un paio di orecchini. Le ho anche comprato il pacchettino ed il bigliettino ed è venuta fuori una cosa molto carina. Quando siamo tornate a casa, Susie è andata in campagna con Charlie mentre io sono restata a casa per prepararmi per la serata. Alle 6.30 Marione sua mamma sono venute a prendermi e siamo andate a mangiare messicano al Ranchito, il posto dove andavamo praticamente sempre. Abbiamo sparlato del più e del meno e la mamma di Marion mi ha anche confessato che l'esperienza di conoscermi l'ha ispirata a prendere un'Exchange student fra un paio d'anni, io penso che sia un'idea fantastica perché sarebbero una fantastica famiglia ospitante. Dopo la cena Marion ha aperto il suo regalo che le è piaciuto tanto e siamo andate a fare un po' di giri in macchina per tutta Madison con la musica alta. Volevamo anche andare a salutare Philip sotto casa e abbiamo tentato di chiamarlo più volte ma non ci ha risposto quindi è balzato. Dopo essere andate ovunque (Marion mi ha mostrato tutti i vicinati, tutte le case dei suoi ex e il posto in cui abitava fino a due anni fa) mi hanno riaccompagnate a casa e lì è stato il momento peggiore perché dovevamo salutarci definitivamente (questa era l'ultima volta che ci vedevamo) e nonostante cercassimo di non farne una grande cosa e di fare finta che fosse un ciao come ogni altro, non ce la facevamo proprio e mi veniva quasi da piangere! Ma entrambe sapevamo che non sarà per molto perché lei è già invitata a venire a trovarmi in Italia l'anno prossimo cosa che farà d certo! Dopo quel momento un po' tosto c siamo date un forte abbraccio e così ci siamo salutate, sentendoci sorelle, come ci chiamano tutti, più che mai. Siccome a casa ciascuno era già nella prorpia camera a farsi i cavoli suoi, così ho fatto anche io e mi sono messa a leggere fino a quando non ero troppo stanca.
Lunedì mattina è cominciato ufficialmente il conto alla rovescia: -7
Dal momento che il giorno prima Susie mi aveva detto che giovedì e venerdì saremmo andati (di nuovo!!) a New Orleans per andare a salutare Matt un'ultima volta prima di partire e per recuperare la sua macchina prima che volasse via per il Canada, ho deciso di iniziare a fare un po' i bagagli. Infatti non voglio arrivare all'ultimo giorno sclerata con ancora tutto in giro, così mi sono svegliata presto, ho fatto colazione e poi ho tirato fuori tutti i vestiti dall'armadio e dai cassetti e ho cominciato a piegarli e fare le pigne divise per categoria. Sono riuscita a fare tutta una valigia piena (quella dell'andata) ma ho ancora un sacco di roba fuori, motivo per cui comprerò un'altra valigia per ficcarci il resto e ne imbarcherò 2. Non c 'è altra soluzione!! Sono andata avanti con queste pulizie di primavera fino a mezzogiorno e poi ho raggiunto Susie che era nella casetta all'angolo, a fare pulizie anche lei! Sono stata un po' lì e poi Stefan ci ha raggiunto per dirmi che Turner voleva passarci a prendere per andare a mangiare con lui ed Ellery. Così sebbene fossi un po' in un brutto umore (non so bene perché) e non avessi tanta voglia di socializzare, ho accettato. Lui è arrivato verso le 4 e prima di andare a mangiare c siamo fermati in un negozio sportivo dove Stefan voleva comprare un'amaca (ma perché?!). Poi siamo andati in questa specie di pizzeria dove io però, udite dite, ho preso un'insalata. Ebbene sì, ho preferito un'insalatina schifosina al mio amore pizza. Cosa non si fa per dimagrire. Siamo ritornati a casa verso le 6 e Susie era ancora fori perché era andata ad un appuntamento con una sposa sul tardi. Quindi io mi sono fatta una bella doccia e poi ho passato il resto della serata ad aggiornare il blog.
Credo che il prossimo aggiornamento, uno degli ultimi :( andrà a dopo NO perché ora sono prorpio stanca per scrivere altro e so già che lì non avrò per nulla tempo... Quindi a presto!!

NYC

"Vedrai che New York ti piacerà, è la città che non dorme mai!"
 
Day 4 15/3
Il nostro pullman per andare da DC a New York doveva partire alle 9 di mattino, quindi ci siamo dovuti alzare davvero presto, fare colazione all'hotel in frettissima e poi buttarci in metro per poter arrivare in tempo al posto dove pensavamo avremmo trovato il pullman. Ecco, come si dice sempre, quando si è di cosa e con i minuti contati va tutto storto. Prima di tutto quel giorno in Washington c'era una specie di maratona quindi la metro pullullava di persone, tutte in tenuta sportiva per andare a sta gara e quindi, seppur prestissimo, era tutto a rilento perché c'era un sacco di gente ovunuqe. Poi Stefan, anche in modo un po' arrogante, si è preso carico di guidarci al posto dove, secondo lui, c'era la stazione dei pullman. Il fatto è che non voleva ascoltare i consigli di nessuno e più e più volte ha ripetuto che aveva la situazione sotto controllo, sapeva dove stavamo andando e non aveva bisogno dell'aiuto di nessuno. Il fatto è che poi siamo arrivati alle 8.50, dopo qualche fermata di metro, nel bel mezzo di Chinatown e l'indirizzo che avevamo non corrispondeva perché non riuscivamo a trovare la via. Panico! Ovviamente è normale poter sbagliare ma il fatto che Stefan sia stato così arrogante e sicuro di sé stesso mi dava sui nervi! Abbiamo chiesto un po' in giro e nei bar ma nessuno sapeva darci indicazioni precise ed intanto il tempo passava... Da una mamma in strada abbiamo notato che due fermate di metro più avanti c'era una stazione ferroviaria da cui partivano anche dei pullman ed abbiamo dedotto che quella doveva essere anche la nostra meta. Siamo saltati in metro e ci siamo diretti là il più velocemente possibile ma, come c'era da aspettarselo siamo arrivati troppo tardi e il pullman era già andato. Io ero nerissima e sul punto di scoppiare in una mega litigata con Stefan. Siccome però ormai non c'era più molto che potessimo fare, abbiamo deciso di prendere la cosa con filosofia e di riarrangiare i nostri piani. in pochi minuti siamo venuti a questa conclusione: avremmo dovuto comprare nuovi biglietti da e per New York perchè i nostri ormai non potevamo più usarli (e non c'era nemmeno il rimborso!) e avremmo cancellato la prenotazione all'hotel in Philadelphia dove inizialmente avevamo pianificati di andare a passare un giorno e mezzo, e sostituito quello notte con una in più a New York per poter avere più tempo in città  dato che avevamo praticamente perso la prima giornata. Il primo pullman disponibile era alle 2 del pomeriggio, l'ora in cui saremmo dovuti arrivare a NY se avessimo preso il nostro.. Ma cosa potevamo fare, ormai quello che era fatto era fatto e si sa che ogni tanto gli inconvenienti capitano in viaggio! Quindi ci siamo messi l'anima in pace e, siccome la stazione era molto grande ed aveva anche molti negozi, abbiamo girovagato lì in giro per passare il tempo. Verso mezzogiorno abbiamo mangiato nell'area ristoro e io e Dom ci siamo presi una pizza ai peperoni gigantesca da dividerci:

Dopo ci siamo messi al Mc ad aspettare fino a quando è arrivato il momento di partire. Insomma non abbiamo fatto nulla tutta mattina ed è stato un po' un tempo infinito ma è passata e sono ritornata ad essere esaltata perché stavamo andando nientemeno che a... New York City! WOOW
Sul pullman io ero di fianco a Susie mentre Stefan e Dom nei posti in fondo. Devo dire che il pullman era proprio carino, con i sedili comodo e spaziosi e wi-fi. Io ho passato metà del viaggio a dormire e l'altra metà ad ascoltare musica, chiacchierare con Susie e guardare fuori dal finestrino. Abbiamo attraversato ben 4 stati: Virginia, Pennsylvania, New Jersey e New York! Il viaggio è durato quasi 4 ore e siamo arrivati alle 5.30 passate. Già da prima di entrare nella città abbiamo iniziato a vedere il profilo e tutti gli edifici alti: che spettacolo!! Ero emozionatissima, eravamo nella Big City! Dalla stazione dei pullman abbiamo camminato direttamente al nostro hotel perché era in zona e prendere un taxi sarebbe stato solo più complicato. Come siamo usciti fuori dalla stazione non vi dico quello che mi presentava: un'esplosione caotica di colori, suoni, gente indaffarata, clacson delle macchine, semafori ovunque ed edifici che si stagliavano nel cielo e ti facevano sentire una formica. New York mi ha colpita fortissimo subito, ti senti catapultata in un modo a sé, un mondo molto incasinato e frenetico. Il nostro hotel, Club Quarters era davvero in centro e vicino a tutto. Eravamo a 10 minuti da Times Square e proprio dietro il Rockerfeller Center . Anche all'interno era molto carino e la camera spaziosissima con un mega letto matrimoniale e un divano letto doppio quindi ci stavamo tutti e 4 comodi. Dopo aver lasciato giù valigie e bagagli vari, ci siamo coperti bene visto che si prospettava una serata fredda, e siamo usciti per andare a cena. Abbiamo camminato praticamente lo stesso tratto che avevamo percorso venendo dalla stazione e ci siamo fermati da T.G.I.F. dove io ho preso una pasta con i gamberetti. Molto buono ma affollatissimo, come tutto del resto in quella città!! Da lì siamo andati a fare giusto una passeggiata veloce in Times Square e sono rimasta sconvolta: non è niente come vi possiate immaginare! Nessun posto che abbia mai visto è lontanamente simile. Non importa quante fotografie o film vediate, non è niente in confronto ad essere lì, in mezzo alla marea di turisti, circondata da quegli enormi schermi pubblicitari tutti illuminati e sgargianti, vi dico solo che era buio ma laggiù sembrava giorno talmente eravamo illuminati! E' stata solo una cosa veloce perché stavamo riaccompagnando Susie in hotel che era stanca e voleva andare a letto, poi ci ha lasciati liberi di uscire di nuovo a noi e così siamo potuti ritornare e siamo rimasti li per quasi tutta la notte! Infatti è proprio vero, questa è the city that never sleeps:
 














 
Erano le 3 passate e tutti i negozi ancora aperti e la gente che lavorava e faceva shopping tranquilla come se fossero le 10 di mattina, strepitoso!Siamo entrati nel famoso negozio delle M&M's, dall'Hard Rock Cafè e diversi negozi lì intorno. Ci siamo anche riempiti di foto tra di noi:
 






 
 
Quando eravamo troppo stanchi ed infreddoliti per continuare a stare in giro siamo tornati all'hotel e, di soppiatto siamo entrati in camera ed abbiamo fatto tutto piano per evitare di svegliare Susie che se la dormiva alla grande. Come prima giornata, anche se avevamo visto solo la NY notturna, ottima impressione, tutto come un film, ma ancora più vivido!
 
Day 5 16/3
La mattina dopo ci siamo dovuti svegliare tutti presto per docciarci e poi siamo usciti con l'idea di andare a fare i biglietti per uno di quei tour bus in cui puoi salire e scendere e che ti portano nei posti di maggior interesse. Ci siamo fermati a comprare un donnut per colazione e poi siamo andati alla fermata più vicina di uno di quei bus e abbiamo fatti i biglietti validi per due giorni. Per tutta mattina abbiamo semplicemente girovagato su quelli (al piano di sopra che era aperto) che ci hanno portati in giro per tutta la città nelle varie aree di Manhattan: Downtown New York, Harlem, Chinatown, Soho, Little Italy... Nel frattempo c'era una guida che ci dava ogni sorta di informazioni storiche e curiosità riguardo quello che vedevamo. Era una bella giornata, freddissima, ma soleggiata, normale per l'inverno Newyorkese. I panorami e gli scorci della città che ci si presentavano alla vista erano proprio come quelli che si vedono nei film, che emozione! I tipici taxi gialli con i clacson strombazzanti ovunque, gente indaffarata vestita tutta in tiro pronta per recarsi ai suoi uffici, artisti di strada e mendicanti agli angoli dei marciapiedi, negozi e ristoranti ovunque, tutto coloratissimo a causa dei cartelloni pubblicitari sgargianti che attiravano sempre la mia attenzione, bandiere americane svolazzanti appese a quadi ogni edificio, grattacieli bellissimi tutti in vetro che a cercare di guardare la sommità viene male al collo... Vi lascio le foto perché non saprei come descriverla meglio.














 
Siamo scesi verso l'ora di pranzo nella'area di Central Park, anche se abbiamo deciso di non entrarci perché faceva troppo freddo e non avevamo voglia di passeggiare per ore. Così ci siamo fermati in un baretto a mangiare giusto un panino per pranzo. Dopo esserci coperti di nuovi per affrontare il freddo vento fuori, siamo saliti su un altro di quei pullman che ci ha portati fino ala base dell'enorme Empire State Building.
 
 
Un sacco di persone ci avevano consigliato di salirci fino in cima perché non ce ne saremmo pentiti e sarebbe stata un'esperienza indimenticabile, così siamo scesi dal pullman e, io Dom e Stefan, siamo entrati a fare i biglietti per salire in cima e vedere il panorama della città dall'alto, mentre Susie, che ci era già stata e non aveva voglia di risalirci, ha deciso di aspettarci in uno Starbucks. Il biglietto che abbiamo deciso di fare per salire in cima all'Empire era uno di quelli versione premium, ovvero ci saremmo saltati tutta la coda infinita agli ascensori e in più avremmo avuto incluso anche una simulazione di un volo sui tetti di New York. Quindi una volta entrati abbiamo avuto una corsia riservata a noi, così siamo potuti salire su circa fino al piano 80 (OMG) dove abbiamo fatto questa simulazione. In sostanza si trattava tipo di un piccolo cinema, in cui i sedili si muovevano per render eil tutto più realistico e nel frattempo guardavamo un filmino girato da un aereo che mostrava bene tutta la città dall'alto e si avvicinava alla sommità degli edifici più importanti. Era un po' quello che avremmo visto dall'Empire lo stesso, però questo era più avvincente perché era fatto davvero bene, i movimenti dei sedili andavano in sincronia con le virate del filmino e quindi dava davvero l'impressione che fosse reale. E' durato 20 minuti circa e poi da lì abbiamo dovuto prendere un altro ascensore per arrivare all'OTTANTASEIESIMO piano!! Quello è il primo e più famoso osservatorio, che gira tutto intorno all'edificio e da cui si può vedere la sommità di New York in ogni angolazione. Ce n'è anche un altro al 102esimo piano ma bisognava pagare un'aggiunta quindi abbiamo evitato perché la differenza non sarebbe stata molta. E' stato semplicemente mozzafiato, non ci sono altre parole per descrivere quest'esperienza indimenticabile. Non so se fossi stata tanto in alto prima in vita mia e lassù, su una città come New York, ti senti davvero in capo al mondo!!!!Faceva venire i brividi vedere tutti quei grattacieli che, seppure sembrava si sforzassero di raggiungerlo, non ci arrivavano neanche vicini all'altezza dell' Empire State Building. Camminando tutto intorno si potevano localizzare Central Park (un'enorme quadrato verde) Rockerfeller Center, Manhattan, il ponte di Brooklyn e, ovviamente lei, The Statue of Liberty! era la prima volta che la vedevo da quando eravamo arrivati a New York perché come ben tutti sapete, è  fuori dalla città, sulla sua isoletta a parte ad accogliere chi arriva via mare, e, dato che non sia molto alta, è un po' difficile vederla via terra. Mi ha fatto stranissimo perché, era stata la prima immagine ad accogliermi in America al mio arrivo, quando stavo per atterrare a New York e l'avevo vista dal finestrino del mio aereo, quando questa stravolgente esperienza era appena iniziata, e avevo tante cose davanti a me.. Sì mi ha proprio riportato indietro al mio arrivo in questo continente! Comunque, nonostante il freddo polare che c'era, siamo restati fuori fino a quando siamo riusciti a sopportare. E' stato semplicemente fantastico e sono così grata di essere riuscita a farlo. Ovviamente non sono mancate le migliaia di fotografie:







 
Che ne dite? Bello quanto ve l'ho descritto vero? Comunque seppure a malincuore, è arrivato il momento discendere, anche perché Susie ci stava aspettando. L'abbiamo riincontrata all'uscita e le abbiamo raccontato tuto super esaltati, anche se per lei, essendoci già stata, non era questa grande cosa. Da lì abbiamo preso un altro di quei bus che ci hanno scarrozzato di nuovo un po' in giro, mentre la guida ci dava tutte le informazioni. Siamo passati vicinissimi al ponte di Brooklyn e al punto via terra più vicino possibile alla Statua della Libertà da cui si riesce ad intravedere. Siamo passati da Broadway, davanti al Rockefeller Center con tutti i turisti che pattinavano (la pista era ancora aperta) e poi siamo ritornati nella zona del nostro hotel. Ci siamo fermati in camera a riposarci un po' e cambiarci e poi siamo usciti per cena. Siccome Matt mi aveva detto che NY è famosa per la sua pizza, perché è molto sottile e una delle più buone degli Stati Uniti, abbiamo deciso di fare pizza night e siamo andati in questo ristorante che faceva solo pizze ma di ogni tipologia immaginabile! Io mi sono presa due tranci, uno ai funghi e le olive nere, e uno con su pezzettini di pollo, giusto perché volevo provare qualcosa di nuovo! Ammetto che fosse proprio buona, niente a che fare con Dominos o Pizza Hut!! Dopo cena abbiamo riaccompagnato Susie in camera e poi noi siamo usciti per conto nostro. Siccome in giornata avevamo visto Macy's (quello di NY è uno die più grandi stores al mondo) volevamo andarci a fare un po' di shopping in serata, ma siamo arrivati troppo tardi ed aveva già chiuso perché, essendo domenica, chiudeva prima. Allora ci siamo fermati in alcuni negozietti in zona giusto per comprare un po' di souvenir regalini e io mi sono anche presa la classica maglietta I <3 NY hahaha! Siamo ritornati (sempre a piede, ed era un bel pezzo) in Times Square dove abbiamo avuto un'esperienza un po' folle! Stavamo passeggiando tra i turisti ed i negozi ed abbiamo deciso di entrare da American Eagle dove stavano facendo una specie di contest, 15 seconds of fame: scattavano delle foto divertenti in onore del st. Patrick Day (che sarebbe stato il giorno dopo) e le migliori le avrebbero messe sul grande schermo pubblicitario sopra il loro negozio che, tra l'altro era uno dei più grandi di tutta la piazza, così che tutti avrebbero potuto vedere la foto e poi si sa, l'emozione di vedere la propria faccia in un megaschermo di Times Square non è mica roba da nulla! Noi ovviamente non abbiamo perso tempo, ci siamo messi in coda, e abbiamo fatto subito la foto. Poi siamo usciti e abbiamo atteso pazientemente per vedere se eravamo staati fortunati abbastanza. Dopo un 10 minuti buoni quando avevamo ormai perso ogni speranza.. PUM! Le nostre facce saltano fuori, dimensione MAAAXI! Io mi sono messa ad urlare e ho fatto subito una foto allo schermo! Ero su un megaschermo in Times Square!!! Che emozione ragazzi! Guardate che carini che siamo:

Ancora con i brividi siamo restati in giro un po' ed è stato divertente  tra negozi, artisti di strada e personaggi un po' singolari...






 
 
Intorno alle2 ci siamo fermati da Starbucks a mangiare biscotti e frappuccini e poi siamo tornati in camera un po' troppo tardino visto che il giorno dopo volevamo svegliarci presto perché sarebbe stata l'ultima mezza giornata prima di prendere il pullman per tornare a Washington e prendere l'aereo di ritorno.. Ma hey, va bene così, non è mica questa la città che non dorme mai?
 
Day 6 17/3
Per il nostro ultimo giorno a New York abbiamo deciso di prendere la metro di mattina presto e andare al Ground Zero, ovvero il suolo dove un tempo si trovavano le Torri Gemelle e che ora invece è diventato la sede di due impressionanti memorial a ricordo di tutte le vittime di quel terribile evento. Dopo una lunga coda ed essere passati attraverso vari metal detector, siamo sbucati nell'area immensa, tutta recintata, dove sorgevano le due torri. Nelle fondamenta delle torri, sono state create due immense piscine-fontane circondate da una specie di balaustra in cui sono incisi tutti i nomi delle vittime. Nel giorno del compleanno di ognuna delle vittime viene posta una rosa bianca sul loro nome. E' stato molto forte... mi ha fatta pensare tanto e tutte le persone mantenevano il massimo rispetto. C'erano dei volontari che davano informazioni e curiosità riguardo la costruzione di questi due memoriali e che ci hanno anche mostrato un albero, chiamato the Survivor Tree che è miracolosamente sopravvissuto all'attentato e che fiorisce rigoglioso ancora oggi. Ammetto che è stato un po' triste ma del tutto significativo. Alle nostre spalle poi abbiamo potuto osservare anche il nuovo Trade Center, ancora sotto costruzione che le andrà a sostituire.





 
 
Da lì abbiamo camminato verso la famosa Wall Street che è solo a pochi blocchi. Non era affollata come me la immaginavo ma è stato comunque carino poterla attraversare pensando a quanti uomini famosi e ricchissimi passano di lì ogni giorno e, molto probabilmente, proprio in quel momento erano chiusi lì dentro qualche edificio a lavorare. Abbiamo anche visto la statua dorata con il toro rampante!


 
Da lì abbiamo preso uno dei soliti bus che ci ha riportato in Times Square area e ci siamo fermati a pranzare da AppleBees. Come avevo detto, quel giorno era St. Patrick's Day che qui in america è una festa molto importante! Si tratta della giornata dedicata a tutti gli immigrati Irlandesi, che sono tanti, ed è tutto all'insegna del colore verde! Quasi tutte le città hanno grandi parati, ma niente è paragonabile a quella di New York, quindi come potevamo perdercela? Così siamo andati nel tratto che passava proprio dietro il Rockefeller Center, per restare vicini al nostro hotel e, nonostante il freddo assurdo, siamo riusciti a sgusciare tra la folla e siamo rimasti a guardare la parata per tutto il pomeriggio. Era bellissima, tutti che cantavano e urlavano a squarciagola, un'atmosfera davvero festaiola. Si trattava di bande, cheerleaders, acrobati, ballerine e suonatori di cornamusa che marciavano ritmicamente portatosi dietro ciascuno una melodia diversa. Erano quasi tutti vestiti con i classici kilt o comunque con abiti tradizionali Irlandesi ed erano sempre seguiti da alcuni che sventolavano la bandiera irlandese. Erano artisti provenienti da tutta la nazione e sono stati bravissimi!! Mi sono proprio divertita
 


 









 

Quando è finita e tutta la folla ha cominciato ad allontanarsi, essendo ancora presto per dirigerci alla stazione dei pullman, ci siamo rinchiusi in un caldo bar a bere una cioccolata calda. Abbiamo passato lì le nostre ultime orette in città e poi abbiamo camminato fino all'hotel, fatto il checkout, preso la metro e, una volta in stazione, il pullman di ritorno. Abbiamo cenato ad un ristorante italiano all'interno della stazione mentre aspettavamo per il pullman (che partiva alle 8 di sera) e poi, una volta a bordo, abbiamo dormito fino all'arrivo a Washington. Ad accoglierci c'era una Dc completamente bianca: durante i due giorni in cui eravamo a New York aveva innevato!! Coperta dalla neve era bellissima :)) Abbiamo preso un taxi che ci ha portati fino all'hotel (uno diverso da quello in cui avevamo precedentemente soggiornato e più vicino all'aeroporto) dove, dopo una doccia velocissima siamo crollati morti. Erano tipo le 3 e alle 6 avremmo avuto la sveglia per prendere in tempo il pullmino che ci avrebbe portati all'aeroporto, che incubo!
 
Day 7 18/3
Sveglia prestissimo, colazione all'hotel ancora mezzi addormentati, caricati sul pullmino e poi via verso l'aeroporto. Per fortuna è andato tutto liscio, siamo arrivati in tempo e non abbiamo dovuto fare corse pazze. Il primo volo ci ha portati fino a Chicago e non è stato troppo lungo, il secondo invece era in un aereo minuscolo e siamo tornati diretti a Jackson. Tra i due ci siamo fermati da Mcdonal'd all'aeroporto per pranzare. Io ero cotta dal viaggio e ho dormito tutto il tempo. Siamo arrivati a casa solo in tardo pomeriggio. All'aeroporto c'era il papà di Dom che era venuto a prenderlo e che ci ha ringraziato per la vacanza. E' stata davvero bella in generale e abbiamo avuto modo di vedere la Yankee land! Come la chiamano da quaggiù hahaha