venerdì 30 maggio 2014

Last day in Mississippi

Ciao a tutti vi scrivo (infine) dall'Italia!! Ebbene sì sono tornata sana e salva e, come potete ben immaginare, la mia vita qua è ricominciata subito impegnatissima tra le mille cose che dovevo fare e le persone da rincontrare. Questo spiega bene perché sia praticamente sparita da questo blog per più di una settimana senza lasciare alcuna traccia di vita. Per quanto c'è scritto qui potrei ancora essere ancora sperduta in qualche foresta del Mississippi hahaha.
Invece no, è andato tutto benissimo e non avrei potuto chiedere per un viaggio di ritonro migliore, ma prima, siccome l'ultimo giorno passato negli States è stato davvero bello e pieno, mi piacerebbe descrivere come è andata l'ultima giornata del mio sogno Americano ormai finito.
In mattinata ci siamo svegliati tuti molto presto: Charlie perché doveva partire per il suo viaggio di lavoro, noi perché saremmo andati a trovare e conoscere per la prima volta (si lo so che non ha senso l'ultimo giorno) il padre di Susie il quale abita abbastanza lontano. Così dopo la mia ultima colazone a base di pancakes, ho dovuto dare un ultimo saluto a Charlie (non senza il magone) e poi siamo partiti tutti direzione Columbia, Mississippi. La strada era un po' lunghina e ci abbiamo messo due orette buone ad arrivare. Il papà di Susie vive immerso in questa proprietà grandissima, e nella stessa casa in cui lei ha passato la sua infanzia. E' una specie di fattoria con tanto di maneggio e pollaio Quando siamo entrati ci è subito venuto incontro indossando una salopette e un cappellino con la visiera, proprio da vero fattore! Seppure abbia praticamente 90 anni non li dimostra per nulla: super attivo, gli piace tanto parlare e svelto e scattante quando si muove. Susie dopo averci presentati velocemente, si è messa subito al comando dei fornelli e ha cominciato a cucinare un grosso pranzo (sarebbero venuti anche suo fratello con sua moglie). Mentre lei preparava noi ci siamo seduti sul divano a chiacchierare del più e del meno ma, soprattutto, non appena ha saputo che io ero italiana, ha iniziato a narrarmi tantissime vicende ed episodi risalenti alla seconda guerra mondiale alla quale lui aveva partecipato da giovane combattendo in Italia. Per di più, il suo commando si trovava proprio nei pressi di Milano quindi era estasiatissimo e non finiva più di raccontarmi e chiedermi se alcuni dei posti che gli erano rimasti impressi esistessero ancora. Mi spiace che, dopo la guerra, non ci sia più tornato e quindi il ricordo che ha non è proprio die migliori diciamo... In certi momenti, quando i racconti si facevano più tesi e dolorosi è arrivato fino a commuoversi!! E' stato stranissimo conoscere un uomo e vederlo aprirsi completamente con noi in così poco tempo, ma è stato decisamente interessante e coinvolgente. Susie ha interrotto i suoi racconti un po' nostalgici annunciando che il pranzo era pronto. Abbiamo aiutato a disporlo in tavola, abbiamo aspettato che ci raggiungesse anche suo fratello e poi abbiamo iniziato a mangiare: il mio ultimo pranzo in Mississippi!! Si trattava di bistecche fritte con mais, piselli, fagioli, gravy  e rolls. Ottimoooo!! dopo pranzo abbiamo anche avuto un fetta di torta ciascuno offertaci dal papà di Susie e siamo restati a chiacchierare mentre loro (io non lo bevo) sorseggiavano caffè. Prima di andarcene (ci aspettavano altre 2 ore di viaggio in macchina) il papà di Susie ha insistito perché lei suonasse un po' il piano che era di sua madre, venuta a mancare di questi tempi l'anno scorso. E' stato emozionante, quasi da brividi. Poi una volta pronti per andare, ci siamo salutati tutti bene e il papà di Susie mi ha dato i migliori auguri e consigli per il futuro.
Prima di ritornare diretti a Canton, Susie ci ha fatto fare il giretto turistico del paesino che è quello in cui è cresciuta; quindi ci ha fatto vedere la chiesetta in cui andava, il cinema all'angolo, il campetto da football e la scuola superiore in cui lei e Charlie si sono conosciuti. Il viaggio di ritorno è stato più lungo per me dell'andata e abbastanza tosto perché avevo un abbiocco assurdo!
Una volta a casa, abbiamo caricato Who Dat in macchina e l'abbiamo portato a fare i bisognini vicino a scuola, così che io e Stefan potessimo passare dai campetti per vederli l'ultima volta. Avevo i brividi, non potete capire, ripensare a tutti i momenti passati lì, da cheeleader o long distance runner, tutte quelle giornate intensamente vissute tra allenamenti, gare, partite... Indimenticabili! Ho anche rivisto la mia Panther paw, con su il mio nome e ha riportato alla memoria i giorni estivi passati lì a dipingerle con le altre cheerleader.. Era proprio un saluto definitivo e, seppure sono certa che ne sentirò una mancanza tremenda, il loro tempo ormai era passato. Tornati a casa, mentre Susie doveva incontrarsi con una sposa, noi abbiamo iniziato a prepararci per il Goodbye party  at the cabin di quella sera. In mio onore sarebbe stato un Lasagna party e quindi abbiamo iniziato ad infornare le lasagne e abbiamo insacchettato tutte le caramelle, le patatine e i diversi snack che avremmo comunque portato. Doccia e poi intorno alle 6.30 è cominciata ad arrivare gente. Il piano era che ci saremmo incontrati tutti sotto casa nostra e poi andati tutti insieme visto che la strada era un po' complicata. C'erano Turner, Landon, Starling, Dominic ed Ellery. Abbiamo preso tutto il cibo e poi siamo andati. Lì, siccome era ancora presto e doveva raggiungerci altra gente, ci siamo messi a giocare a calcio fuori o a pescare. Quando poi sono arrivati anche Laf, Dancy e Austin abbiamo mangiato tutti insieme. Da lì in poi è stato sia divertentissimo sia tristissimo perché dentro di me sapevo che era l'ultima volta che li vedevo... Siamo stati un po' fuori un po' dentro e poi ogni volta che qualcuno se ne andava e dovevo salutarlo definitivamente partivano le lacrime! Non vi dico quando se n'è andata Dancy: continuava a ripetermi "no matter what you'll always be my Italian best friend" che tristezza...Alla fine sono rimasti Dom, Landon e Turner che avevano deciso di rimanere là la notte a dormire con Stefan e che hanno cercato di convincere anche me ma non se ne parlava proprio: io avevo il volo la mattina dopo, le ultime cose da sistemare e la valigia da chiudere! Quindi quando Ellery se ne stava andato ha dato un passaggio a casa anche a me mentre gli altri sono rimasti lì a dormire. Salutarli è stato tremendo, erano praticamente i miei migliori amici e ho pianto come una fontanella. Ho salutato anche Ellery sotto casa e poi sono entrata per passare lì la mia ultima notte :'(
Susie era ancora in piedi quindi siamo rimaste a chiacchierare un bella mezz'oretta e poi mi sono ritirata in camera. Ho avuto un colpo di genio e, per lasciare una cosa carina, ho riempito una parete della mia camera, completamente, di post it, ciascuno con su scritta una frase carina o qualche piccolo saluto personale. Ho pensato che fosse una cosa simpatica da lasciare e che probabilmente avrebbero notato solo dopo la mia partenza. Poi stanchissima e sapendo di dovermi svegliare prestissimo in mattinata, sono andata a letto e ho dormito per l'ultima volta nel mio mega letto americano.
Quando mi sono svegliata la mattina non ci potevo credere che stavo davvero tornando in Italia. Dopo tutto quel tempo sembrava surrealissimo!!! Poi ho cominciato ad agitarmi e a diventare nervosa perché sapevo che mi aspettava quel lungo viaggio tutto da sola e mi sono cominciate a venire le paranoie più strane ed idiote. Un volta chiuse e portate giù le valigie (pesantissime!!) non senza l'aiuto di Stefan, sono andata a salutare Maw Dawn nella casetta di fronte alla nostra. Era così contenta di vedermi e di avere modo di salutarmi! Infatti anche lei stava partendo per New Orleans con delle sue amiche e quindi non sarebbe potuta venire in aeroporto. Cui siamo abbracciate tanto e mi ha fatto l'in bocca al lupo per il viaggio ed il rientro a casa, che donnina, non me la scorderò mai! Anche Charlie ha chiamato per augurarmi buon viaggio e poi abbiamo iniziato a ficcare tutti i mille mila bagagli (due valigie e due borsoni) nella macchina. Siamo partiti, ho fatto un silenzioso saluto alla casa che mi ha ospitato per ben 10 mesi e poi ci siamo fermati a casa di David giusto per gli ultimi abbracci. Basta davvero dopo quei due giorni lì adesso i saluti non li sopporto più, mi viene il magone solo a pensarci. Il vero addio a Canton però è stato quando ci siamo fermati al donnut shop,  dove ci sono i migliori che io abbia mai mangiato in America, e ci siamo presi il nostro ultimo donnut insieme. Da lì poi diretti in aeroporto dove, con mia grande sorpresa, ho trovato anche Dominic che era venuto per starmi vicino fino all'ultimo e salutarmi proprio prima di partire. Dopo tutta la oda al check in, le mie due valigie da imbarcare pesavano entrambe più del consentito (una 3 pound l'altra 9 in più :O) e quindi, siccome pagare la differenza sarebbe stato intorno ai $500, ho preferito l'opzione A: tirare fuori qualcosa! Chi è una ragazza capirà il mio dolore e panico nel dovermi trovare costretta a buttare qualche prezioso capo di vestiario..
alla fine mi sono concentrata sulle scarpe e sono riuscita a cavarmela mettendone un paio nel bagaglio a mano, lasciando 4 altri paia a Susie, buttando un libro e tutti gli smalti. Comunque dopo questa minidisavventura ed aver imbarcato i miei due bagagli, ma ancora carica come un ciuccio con gli altri due a mano, ero davvero pronta per partire. A parte le 9000 miglia che ancora mi separavano da casa ero un passo più vicina, mancava poco...
Ed eccolo che, inesorabile, è arrivato il momento dei saluti finali proprio prima di attraversare i controlli di sicurezza ed entrare nell'area dei gates. Dopo i soliti abbracci lacrimosi, Susie mi ha preso da parte e ha fatto la cosa sorprendente di questi 10 mesi. Con le lacrime agli occhi mi ha confessato che è sempre stata  molto dura e severa con me perché voleva farmi maturare, darmi una lezione e perché in me vedeva tanto lei stessa da giovane. Ha anche aggiunto che in me vede tanto potenziale e che secondo lei un giorno sarò una brava mamma. Davvero uno dei miglior discorsi che abbiamo mai avuto e che probabilmente non dimenticherò mai. Quindi anche quello ha rincarato la dose! Con Stefan, nonostante tutti i nostri momenti no, ci siamo abbracciati e ci siamo detti che ci vogliamo lo stesso bene e che siamo davvero come sorella e fratello minore. Anche salutare Dom, l'amico che c'era sempre che mi ha insegnato a guidare, che mi consolava e che, ancora una volta, mi aveva dimostrato quanto bene mi volesse, è stato tremendo. Alla fine, non potendone più ho fatto segno di ciao con la mano e, a passo deciso mi sono avviata verso  il  gate di controllo, mi sono voltata, li ho visti da lontano andare via e salutare e poi ho fatto un gran respiro: stavo andando a casa!

4 commenti:

  1. Questo post ha quasi commosso anche me...Peccato che non ti ho vista al seminario di orientamento :(

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    1. Grazie :))) Come facevi a sapere che ero al seminario di orientamento, non l'avevo ancora scritto!! hahah

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